Letteratura

Paul Auster: caso, destino e coincidenza

Se hai una matita in tasca, è molto probabile che un giorno ti venga la tentazione di iniziare a usarla

  • 1 maggio, 11:37
  • 3 maggio, 09:57
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  • Keystone
Di: red./cava

Paul Auster, autore di 34 libri tra cui l’acclamata Trilogia di New York, è morto all’età di 77 anni.

Famoso per la sua narrativa postmoderna, fortemente stilizzata e grottesca, in cui la trama cambia continuamente, Auster si è interrogato indefessamente sui temi della coincidenza, del caso e del destino. Molti dei suoi protagonisti sono essi stessi scrittori e la sua opera è altamente autoreferenziale, con personaggi che ritornano di romanzo in romanzo.

“Auster ha stabilito una delle nicchie più particolari della letteratura contemporanea”, ha scritto il critico Michael Dirda nel 2008. “La sua voce narrativa è ipnotica come quella dell’Antico Marinaio. Iniziate uno dei suoi libri e alla seconda pagina non potrete fare a meno di ascoltarlo”.

Paolo Simonetti su Paul Auster

Alphaville 01.05.2024, 11:00

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Auster nacque il 3 febbraio 1947 a Newark, nel New Jersey, nel 1947. La sua vita di scrittore iniziò all’età di otto anni, quando non riuscì a ottenere un autografo dal suo eroe del baseball, Willie Mays, perché né lui né i suoi genitori avevano portato una matita alla partita. Da quel momento in poi ha portato la matita ovunque. “Se hai una matita in tasca, è molto probabile che un giorno ti venga la tentazione di iniziare a usarla”, ha scritto in un saggio del 1995.

Mentre faceva un’escursione durante un campo estivo all’età di 14 anni, Auster fu testimone di un ragazzo a pochi centimetri da lui che fu colpito da un fulmine e morì all’istante: un evento che, a suo dire, cambiò assolutamente la sua vita e a cui pensava “ogni giorno”. Il caso divenne un tema ricorrente nella sua narrativa.

Con la pubblicazione nel 1985 di Città di vetro, il primo romanzo della sua Trilogia di New York, la carriera di Auster esplose, promuovendolo ad autore di culto. I suoi gialli sono dei gialli sui generis:  Auster usa questa forma per porre domande esistenziali sull’identità. “Più i suoi detective inseguono la loro eccentrica preda, più sembra che in realtà stiano inseguendo le Grandi Domande - le implicazioni della paternità, gli enigmi dell’epistemologia, i veli e le maschere del linguaggio”, ha scritto il critico e sceneggiatore Stephen Schiff nel 1987.

Auster si è dedicato anche al cinema, scrivendo la sceneggiatura di Smoke, diretto da Wayne Wang, per il quale ha vinto il premio Independent Spirit per la migliore prima sceneggiatura nel 1995. Auster era più conosciuto in Europa che negli Stati Uniti: “Da queste parti è solo un autore di bestseller”, si legge in un articolo del 2007 del New York Magazine, “a Parigi Auster è una rockstar”. Nel 2006 gli è stato conferito il premio Principe delle Asturie per la letteratura e nel 1993 il Prix Médicis Étranger per Leviathan. È stato anche Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres.

Paul Auster è stato intervistato lungamente da Matteo Bellinelli a New York il 15 aprile 2004. Una preziosa intervista che vi riproponiamo qui di seguito.

Intervista a Paul Auster

RSI Cultura 15.04.2004, 21:00

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