Musica italiana

Viaggio in una patria traslocata

Pensieri di Massimo Zamboni sull’emigrazione di oggi e sulla difficoltà di chiamare casa il luogo dove si va per trovare lavoro e dignità

  • 1 maggio, 16:00

Che cosa possiamo chiamare “casa”?

Facebook Cult+ 01.05.2024, 08:00

Di: Stefano Roncoroni

Massimo Zamboni è un artista coraggioso. Ha avuto coraggio quarant’anni fa, quando insieme ai suoi compagni ha dato vita ai “CCCP Fedeli alla linea”, qualcosa che era davvero provocatorio e, assolutamente, contro lo spirito dominante del tempo. E ha coraggio ancora oggi, quando si lancia in riflessioni attorno ad una parola pesante, scomoda, forse anche insidiosa per un uomo di sinistra come lui: la parola è “patria” e, per lunghissimo tempo, il suo uso è stato monopolio delle destre, cristallizzata nel trittico “DIO, patria, famiglia”.

Tutto è iniziato nel 2022 con l’album “La mia patria attuale”, forse la prima esperienza di Zamboni come cantautore vero e proprio. L’ex CCCP/C.S.I definisce il suo disco come «un ragionamento in musica e in canzone sull’idea di “patria”: che cosa significa questa parola così ingombrante, così difficile da pronunciare, come interferisce con la nostra vita, che cosa sentiamo, in positivo o in negativo? »

A questo viaggio complicato attorno alla parola “patria” si aggiunge un nuovo capitolo: “Andare via. Riflessioni su un’Italia traslocata”. È un disco nato in collaborazione con La Radiotelevisione della Svizzera Italiana, che ha messo a disposizione i suoi studi di Lugano per incidere delle canzoni che avessero come tema di fondo l’emigrazione.

Spiega Zamboni: «Cosa significa patria quando sei fuori dalla patria? Sappiamo che una moltitudine di nostri connazionali vive all’estero, mi sono chiesto spesso che cosa rimanga in loro di questa parola, di questa eco. Sono ancora italiani, si presentano ancora come italiani, si trovano come italiani, parlano ancora italiano, ma, ovviamente, vivono in una patria traslocata, quella che dà il sottotitolo a questo album. C’è veramente una moltitudine di ragazzi che cerca all’estero quello che in Italia fatica moltissimo a trovare, cioè rispetto, considerazione dell’intelligenza e del talento. E tante volte si scontrano con la realtà, perché il mondo non è così gentile nei confronti di chi lo popola. La maggior parte dei ragazzi che si muove oggi sa dove va, conosce due o tre lingue, ha tantissimi talenti; allo stesso tempo, però, tutto questo non è un passaporto che vale sempre. Forse hanno avuto più fortuna, addirittura, i nostri nonni, che partivano con così pochi soldi in tasca, ma si sono saputi inserire. Tante volte, ci sono stati dei ritorni molto amari!»

Massimo Zamboni

RSI Concerti 12.03.2024, 08:30

Casa è il luogo del ritorno e del riposo causato dal ricevere per avere prima dato ad una terra. E possiamo dire “casa” soltanto di quel luogo dove riposano i nostri morti: soltanto in tempi lunghi un nuovo paese è qualcosa di più di una “patria traslocata”.
  • Massimo Zamboni
  • CCCP Fedeli
  • La Radiotelevisione della Svizzera Italiana
  • La mia patria attuale

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